Prestazioni
L’Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD) è classificato dal manuale diagnostico DSM-5 come disturbo del neurosviluppo a causa del suo esordio in età infantile. È invece più opportuno identificare tale funzionamento come: neurodivergenza. Questo termine si riferisce al fatto che una parte di popolazione “funziona” in maniera differente dalla media e risponde diversamente agli stimoli ricevuti. Il modo di funzionare, però, non costituisce sempre un disagio, tutt’altro! Le persone ADHD sono numerose, ma alcuni non hanno riscontrato eccessive difficoltà in assenza di disagi concreti nella quotidianità. I primi studi attestavano il riconoscimento e la diagnosi della suddetta neurodivergenza solamente nei bambini, mentre oggi è riconosciuta e diagnosticata negli adulti. Secondo studi internazionali, all’interno di un campione medio di popolazione si stima una prevalenza tra lo 0.6 e il 7.3%. Un recente studio condotto in Italia, su 634 soggetti non clinici, mostra il 6.9% di prevalenza di ADHD nell’adulto.
La Diagnosi
Viene svolta attraverso un percorso di valutazione delle manifestazioni sintomatologiche, grazie a una combinazione di interviste diagnostiche, test psicometrici e colloquio clinico.
La diagnosi precoce e corretta dell’ADHD è fondamentale per il trattamento e la gestione di questa neurodivergenza.


Interventi Psicoeducativi
Gli interventi psicoeducativi consistono in una serie di approcci che mirano a migliorare i comportamenti disadattivi. Essi intervengono sulla riduzione delle criticità dei sintomi nucleari e sulle capacità di modificare il contesto fisico e sociale al fine di integrarci al meglio. Rivestono un punto di partenza molto solido per comprendere la situazione che si sta vivendo e per affrontarla. La psicoeducazione può svolgersi in due modalità: individuale e di gruppo. Non esistendo protocolli standard rispetto allo svolgimento di tali percorsi, risulta poco attendibile stimarne durata e modalità.
Interventi Psicoeducativi
Gli interventi psicoeducativi consistono in una serie di approcci che mirano a migliorare i comportamenti disadattivi. Essi intervengono sulla riduzione delle criticità dei sintomi nucleari e sulle capacità di modificare il contesto fisico e sociale al fine di integrarci al meglio. Rivestono un punto di partenza molto solido per comprendere la situazione che si sta vivendo e per affrontarla. La psicoeducazione può svolgersi in due modalità: individuale e di gruppo. Non esistendo protocolli standard rispetto allo svolgimento di tali percorsi, risulta poco attendibile stimarne durata e modalità.

La valutazione neuropsicologica
Si tratta di un esame delle funzioni cognitive, mirato a sondare lo stato cognitivo della persona e individuarne eventuali deficit. In particolare mi occupo di valutazione cognitiva (deficit cognitivi e plusdotazioni) e valutazione delle funzioni esecutive (memoria, attenzione, linguaggi, funzioni visuospaziali ecc.)

Perché andare da uno psicologo.
Negli ultimi anni, le persone si domandano con frequenza quali difficoltà abbiano, senza interrogarsi su come e perché si manifestino. La ricerca del problema diventa protagonista del percorso diagnostico superandone la risoluzione e l’aspetto più importante: le conseguenze.
Riflettere su noi stessi all’interno di uno spazio protetto da giudizi, nel quale trovare confronto e conforto, è un gesto di cura verso sé stessi.
Lo psicologo è una figura competente, preparata e formata per costituire un punto di riferimento nel supporto della vita di ognuno.
FAQ
Quando e perché l’ADHD dovrebbe essere trattato?
Non c’è una risposta giusta a questa domanda, è importante ascoltarsi per capirla. Spesso non ci rendiamo conto di soffrire, crediamo di potercela fare da soli sperando che la situazione migliori con il passare del tempo. Non ci dev’essere nessuna vergogna nel chiedere aiuto, bensì l’orgoglio di essere finalmente riusciti a riprendere in mano la situazione.
Quali e quanti disagi creano le difficoltà quotidiane?
A tale domanda occorre trovare una risposta anche accettando un supporto. È nel momento in cui inizio a chiedermi se ho bisogno di aiuto che dovrei ascoltarmi, poiché forse la risposta è già presente dentro di me.
Un piano strutturato mi aiuterà nella vita quotidiana?
Le difficoltà associate all’ADHD, rischiano di compromettere la qualità della vita. Pur non esistendo una “ricetta segreta” per smettere di funzionare in questo modo, un percorso strutturato risulta molto utile per la gestione di tali aspetti. All’interno del percorso di psicoeducazione è possibile imparare strategie per limare alcune problematiche.
Quali alimenti devo evitare?
Non ci sono necessarie evidenze rispetto l’efficacia di una particolare dieta utile a contrastare i sintomi dell’ADHD. Nonostante ciò, un regime alimentare sano e uno stile di vita salutare, ci aiutano ad avere un umore più stabile e una buona gestione dello stress, che altrimenti potrebbero incidere sui sintomi principali.
Devo prendere dei farmaci per guarire?
L’ADHD non si cura, perché non c’è NIENTE da curare. ADHD è il nostro modo di funzionare, non va guarito, bensì capito e gestito, limitando le situazioni spiacevoli. La terapia farmacologica è un ottimo ausilio, consigliato per i soggetti ADHD che presentano disfunzionalità severe e un quadro sintomatologico assai invadente.
Ci sono altre soluzioni oltre ai farmaci?
Il supporto farmacologico rappresenta solo uno degli ausili disponibili per le persone ADHD. La psicoeducazione ADHD è una risorsa molto utile per conoscersi e capirsi bene all’interno di questo vasto funzionamento. La psicoterapia ADHD permette di lavorare a fondo sui problemi più radicati e ci da la possibilità di trovare strategie adattive.
Quanto dura il trattamento farmacologico?
Dipende dal tipo di percorso che si decide di intraprendere e dalle modalità. Percorrendo parallelamente più strade i tempi risulteranno più rapidi. L’intervento farmacologico ha durata variabile, flessibile in base alle esigenze specifiche, in accordo con lo psichiatra. L’inizio della terapia dipende dal tipo di struttura che ci segue, ma non c’è un periodo prestabilito per l’assunzione del farmaco.
Quali sono gli effetti collaterali del trattamento?
Lo scopo della terapia è di aiutare la persona a comprendere, controllare e gestire i sintomi per ridurre i problemi comportamentali. Non esiste una formula di intervento perfetta per tutti, occorre quindi avere la forza di provare varie soluzioni e non scoraggiarsi. Provando diverse strade si sperimenteranno anche numerosi terapeuti con tutto ciò che questo comporta: sconforto verso l’intervento e verso sé stessi.